martedì 23 settembre 2008

Suicidio Travel*

Il 16 settembre scorso l'Istat ha pubblicato le statistiche sul suicidio (e tentativi di) in Italia relative all'anno 2007.
Dai dati emerge che dei 2867 italiani suicidi nel 2007 il 77% sono maschi.
Gli italiani che compiono l'estremo gesto hanno più di 65 anni nel 37% dei casi, sono per lo più coniugati (40%) e ammalati (50%).
I motivi affettivi seguono la malattia, al secondo posto (39%).
Colpisce l'alta incidenza dell'impiccagione quale metodo più diffuso per farla finita (quasi il 40%, anche se fra le donne la via più seguita è la "precipitazione", 32% dei casi).
Interessante anche la distribuzione geografica: è al Centro-Nord che la gente si ammazza di più (73% del totale). Prova ulteriore, se ce ne fosse ancora bisogno, che in fondo la gente del Sud riesce a tirare avanti, chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato, scurdammece 'o passato.
Chicca finale: l'Istat rileva anche il numero di suicidi compiuti da nostri connazionali all'estero. Ed è la Romania il paese in cui maggiormente gli italiani decidono di gettare la spugna (un terzo dei suicidi all'estero si verifica lì).
Vediamo di dare un'interpretazione.
Dunque: l'italiano suicida è sposato, perciò al diavolo le teorie per cui chi vive in coppia campa di più. A quanto pare il fatto di avere un compagno non costituisce un deterrente all'insano gesto. Il suicida nostrano preferisce il buon vecchio metodo del cappio al collo: sufficientemente teatrale, di sicuro effetto. Niente da fare: siamo pur sempre un popolo di grandi attori, fino alla fine. Le donne preferiscono il folle volo: necessita meno preparazione ed è gesto per definizione istintivo e isterico (mò mi butto, mò mi butto!). L'impiccando deve pensarci su, uscire a comprare la corda, preoccuparsi del gancio, della sedia. Deve inoltre calcolare la distanza dal suolo, per non fare la fine di Bertoldo. Roba da maschi.
Il volo è femmina. E anche più coraggioso.
Il terrone si suicida meno. Per forza: mangia meglio, lavora meno e scopa di più. Alla faccia della monnezza e della camorra.
Degli italiani con la valigia - non è dato sapere se per lavoro o diporto - sono quelli emigrati in Romania i più tristi, tanto da voler chiudere la partita con la vita. E come dev'essere penoso farlo lontano dalla patria!
Li vedo ancora, gli imprenditori del Nordest che cinque anni fa sono partiti in pompa magna verso la terra di Dracula all'urlo di "esternalizzazione produttiva".
Non dev'essergli andata molto bene.

* Bobo Rondelli, Stefano Bollani - Disperati intellettuali ubriaconi

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