giovedì 25 settembre 2008

Mercato vs. stato, Bush vs. Keynes

Il titolo di questo post è solo uno specchietto per le allodole.
Potrei parlarvi di quell'articolo che Keynes scrisse nel '26, ben prima della crisi del '29.
O potrei invece parlare della scuola di Chicago e della teoria dello stato leggero.
Invece no. Sapete già tutto di mutui subprime, CDO, Asset Backed Securities e toxic assets.
Vi racconto di una cosa strana che mi è accaduta oggi pomeriggio. Mi accingo a telefonare a M.
Cellulare, rubrica, M., click.
Due squilli e dall'altra parte del filo non c'è M. ma una sconosciuta che parla di esami clinici, di bisogno di riposo. Insomma, sto intercettando mio malgrado una telefonata altrui. Click. Atterrisco.
Riprovo dopo qualche minuto. Di nuovo: la voce della stessa sconosciuta di prima. Stavolta indugio qualche secondo, non per morbosità, ma per stupore. Ri-click.
Ora, sono quasi sicura che alcune mie telefonate vengano intercettate (no, non è paranoia, fidatevi).
E. ed io ci scherziamo su.
Ci inventiamo al telefono attentati ai danni del Nano Pelato, attacchi kamikaze al ristorante Da Giannino mentre lo stronzo cena con le troie rumene, lanci di cavaletto (precisi, però), bombeammano a Milanello, autobombe a Cologno Monzese.
Sembriamo un pò Paz e Pert partigiani a San Menaio.
Non ho niente da nascondere e che qualcuno ascolti quel che dico mi importa sega.
Ma oggi. Oggi ho capito cosa provano gli intercettatori di professione (quanti saranno? Ce ne saranno multilingue, per carpire le conversazioni in arabo, rumeno, albanese?). E' terribile. Costretti a infilarsi nelle vite degli altri, ad ascoltare di malattie, confidenze, risate, liti, viaggi, pettegolezzi, soldi, banche, toxic assets.
E il cerchio si chiude (perfetto, no?).

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